
È mattina presto a Milano, quando in prossimità di un incrocio l’attenzione di Emma Taddei, copywriter con l’ossessione per il cinema, viene catturata da un’auto che parte a tutta velocità, zigzaga lungo la strada deserta e si dilegua in un rumore assordante.
A seguito della suggestione che questo evento le causa, Emma finisce per conoscere Ulivieri, un quarantenne residente nei pressi dell’incrocio il cui appartamento è stato messo a soqquadro proprio quella stessa mattina.
Intanto Rita Taddei, sua madre, è ricoverata in una clinica, specializzata a gestire il raro disturbo mentale che le è stato diagnosticato, il Joking disease, disturbo che la fa esprimere solo attraverso rime e giochi di parole.
Emma la chiama al telefono e poi entra nell’agenzia pubblicitaria, per cui lavora, la LBK, dove, in seguito al lancio di un nuovo marchio di abbigliamento, le viene proposto di recarsi in Arizona a studiare il prodotto e trovare nome e slogan.
Assistita per organizzare il viaggio dall’amica e collega, Maria, Emma parte alla volta de ‘Il Cubo’, una struttura iper tecnologica, sede del gruppo dei creativi americani.
È un viaggio in luoghi dalle sfumature cinematografiche in cui Emma conosce Nikandros, il responsabile del progetto. Fra i due nasce un’inattesa attrazione erotica, ma il corpo della donna manifesta ripetuti stati di stanchezza e momenti di affaticamento simili ad allucinazioni, che minacciano di risucchiarla verso la morte.
Nel frattempo, in Italia, Rita sente che la figlia è in pericolo e cade in un coma misterioso, durante il quale sembra mettere in atto un folle piano per salvarla e riportarla a casa.
Ma, forse, nulla di tutto questo è realmente accaduto.